Attila Faravelli e Fabio Perletta

Gli spettatori saranno trasportati attraverso la performance degli artisti in un universo, costituito da suoni e gesti, che raggiungeranno un livello di deriva spirituale e allo stesso tempo un livello di liberazione dal contenuto, che è auspicabile in una autentica esperienza percettiva, sinestetica e sensoriale, “liberata dagli imperativi della conoscenza e aperta all’espansione trascendente”.
Gli artisti alterneranno suono pre-registrato e generato in tempo reale con gli Aural Tools, una serie di oggetti sonori ideati da Attila Faravelli il cui scopo è documentare il lavoro di alcuni musicisti, indagando modi e processi specifici, materiali e concettuali, attraverso cui produrre suono. Alla base del progetto è la convinzione che il suono non sia tanto un oggetto di contemplazione statica, quanto un evento mobile ed immersivo entro un campo complesso di flussi materiali ed energetici, che affondano in ricerche di pratiche antiche quanto contemporanee.

BIO

Attila Faravelli è un sound artist e musicista elettroacustico italiano. Nella sua pratica – che comprende field recording, performance, workshop e design – esplora il coinvolgimento materiale con il mondo che ci circonda. Il suo lavoro è stato presentato in vari festival e istituzioni in Europa, Stati Uniti, Cina e Corea del Sud. Ha collaborato, tra gli altri, con Armin Linke, Rossella Biscotti, Riccardo Giacconi, Kamal Aljafari, Gürcan Keltek, Teatro Valdoca e Mariangela Gualtieri. Fa parte del collettivo di ricerca sonora Standards di Milano. È fondatore e curatore del progetto Aural Tools, una serie di semplici oggetti per documentare i processi materiali e concettuali della pratica di produzione sonora di specifici musicisti.

Fabio Perletta è un  sound artist, docente e curatore. Nel suo lavoro esplora la tematica dell’impermanenza in relazione allo spazio nella sua dimensione di presenza e assenza, cercando un dialogo possibile con la dualità silenzio/rumore. La sua ricerca fa perno sull’ambiguità tra materiale e immateriale in ambito sonoro, lasciando che i paradossi coesistano all’interno dello stesso vocabolario. Ispirandosi alla microbiologia, alla fisica quantistica e ad alcune pratiche zen, l’interesse di Perletta è volto a svelare le complessità, le molteplicità e la natura transitoria delle realtà uditive che permeano le nostre vite, con un linguaggio trasversale che parla a una soggettività condivisa e impiega forme di partecipazione “espanse” e non convenzionali, chiedendo ai partecipanti di intensificare il loro rapporto con l’imprevedibilità e mettere in discussione il proprio controllo sulla realtà.